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Matrioska
• Dal 04/08/2017 al 25/08/2017
Itinerario:
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Tot. Km percorsi: 7000


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Racconto di una grande avventura

“Dall’Italia alla Russia in moto…o quasi…”

Ci sono viaggi che meritano di essere vissuti a pieno carico fin dal primo minuto, altri in cui l’essenza stessa è identificata nella meta finale.

   
      Il nostro programma per l’estate 2017 prevede come “meta finale” la “Grande Patria Russa”. 
Dopotutto la nostra ultima esperienza motociclistica degna di tale nome risale ormai al Marocco, nel Dicembre del 2015. Il nostro matrimonio ci ha concesso un “anno sabbatico” dalla “scomodità” dei viaggi in moto, per volgere l’attenzione alle lussuose dimore (si fa per dire…) della Namibia, Botswana e Sud Africa.

Come mai alcune mete “mitiche” come la Federazione Russa sono secondo noi addirittura degne di essere raggiunte via terra? 

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        Oltre ad essere la Nazione più grande del mondo, la Russia è un paese estremamente complesso, diverso culturalmente dal nostro anche per il solo fatto di trovarsi a metà strada tra l’Europa e l’Asia.

      Anni di supremazia comunista hanno reso la situazione politica di questo paese piuttosto particolare (anche se non diversa da tutte quelle che derivano da una qualsivoglia tipologia di dittatura).
     Oggi assistiamo con tutta evidenza ad una “rinascita” culturale e politica a 360 gradi, ma fino a pochi anni fa il popolo non era abituato a poter “scegliere” tra diverse opzioni e di questo non si preoccupava affatto.
     Per molti Russi di oggi, la forma attuale di Governo è assolutamente perfetta, il loro leader praticamente indiscusso… Difficile dargli torto considerati i precedenti storici…

     Senza alcun dubbio i Russi stanno vivendo anche un grande periodo di rinascita sotto il profilo lavorativo. Si sono di fatto venute a creare due diverse categoria di lavoratori:
-i nuovi potenti capitalisti che impegnano tutta la loro esistenza al proprio “riscatto” economico e sociale.
-I “vecchi” nostalgici del regime comunista che poca voglia hanno di adoperarsi per intraprendere nuove strade, impiegando invece i loro sforzi a  rimuginare sui bei tempi passati, in cui, secondo loro, lo Stato li assisteva in tutto e per tutto e non si dovevano preoccupare di niente.


      
Attraversare via terra i diversi Paesi che ci portano a raggiungerla, rappresenta secondo noi un percorso storico e culturale che non sarebbe stato apprezzabile se fossimo stati catapultati in un grande aeroporto internazionale.


        Quindi, deciso!! Si parte.
        A Marzo iniziano i preparativi, sopratutto quelli di carattere burocratico visto che in molti ci hanno riferito circa le difficoltà doganali. Fra gli adempimenti ci preoccupiamo di acquisire la patente internazionale e le necessarie deleghe a condurre tradotte in lingua Russa ed autenticate.
       Il ritrovo con gli amici è a Trieste e da lì in breve tempo attraversiamo la Slovenia, l’Austria, la Polonia per entrare in Lituania e poi finalmente in Russia.

       Era il 10 Agosto, quando lasciata Varsavia sotto un diluvio universale, ci stavamo apprestando ad entrare in Lituania. Sennonché, dopo una sosta necessaria per riprenderci un minimo dopo ore di acqua, decidiamo di fermarci a fare il pieno. E’ a questo punto che inizia la nostra disavventura…la moto rimane marciante solo in prima marcia…Ci fermiamo in un piccolo slargo a bordo strada. Da un primo esame visivo tutto sembra al suo posto: controlliamo che tutti i leveraggi siano agganciati e dritti, l’albero di comando del cambio si muova insieme alla leva, la frizione sia perfetta…Niente: è tutto al suo posto!

      Non ci rimangono alternative, carichiamo la moto sul mezzo di supporto e arriviamo a Vilnius, la capitale. Qui, sempre sotto una pioggia battente ci raggiunge intorno all’ora di cena un meccanico BMW del posto per tentare una prima diagnosi. Purtroppo la scatola cambio deve essere aperta, altrimenti dall’esterno non si vede un bel niente (il che significa dover smontare mezza moto).
      Per questo lavoro occorrono circa 2 giorni e noi l’indomani abbiamo proprio l’attraversamento della dogana.



 

        Decidiamo quindi di superare la frontiera e portare la moto a Mosca dove abbiamo più tempo in quanto ci passeremo tre notti e sicuramente avranno la possibilità di fare la riparazione.
       Da Vilnius mancano ancora circa 250 km alla dogana e considerati i tempi previsti per le pratiche burocratiche, la mattina ci avviamo di buon ora. Dobbiamo fare attenzione alle tracce segnalate sul navigatore: se seguiamo il percorso più breve per Mosca ci ritroviamo dritti dritti alla dogana Bielorussa e per attraversarla occorre il visto di cui noi siamo sprovvisti.

       Giungiamo in dogana alle ore 12,00. Il nostro contatto Russo che avevamo ingaggiato per venirci a dare una mano per le pratiche in dogana non è sul posto. Notiamo però la sua moto parcheggiata all’altra dogana, quella in uscita dalla Russia ed in entrata quindi in Lituania.
      Lo contattiamo telefonicamente e ci comunica che lo hanno momentaneamente “trattenuto” (scopriremo successivamente che non è raro che si perpetuino scaramucce tra Lituani e Russi e viceversa). Ne riuscirà alle ore 19,00 quando anche noi, per ultimi, riusciremo a mettere le ruote in terra Russa. Altri 200 km ci separano dal nostro alloggio.
Siamo piuttosto estenuati dalle tempistiche occorse per l’attraversamento della dogana, 7 ore sono veramente tante !!

        Giunti a Mosca nel pomeriggio del giorno successivo la nostra prima tappa è stata al centro assistenza (uno dei quattro presenti in città). Scarichiamo la moto ed attendiamo il “chirurgo”. Passiamo dall’accettazione, poi dal responsabile e finalmente giunge il capo officina.  Incredulo la guarda, tenta di capirne il problema, ci dice di attendere (o almeno credo) e se ne va. Dopo qualche minuto torna con un martello e comincia a dare dei colpi sulla scatola cambio…”siamo sistemati” dico io… Soltanto una volta rientrati in Italia avremo modo di ricrederci su quel tentativo.
          Comunque niente da fare, stesso verdetto:”Dobbiamo aprire la scatola cambio”…  Niente di meglio per procedere in questo momento di sosta che ci siamo concessi per visitare la città…
          Il vero problema è che ci mettono a conoscenza del fatto che se qualcosa fosse rotto, i pezzi non li hanno disponibili e li devono far arrivare dalla Germania, ma occorreranno circa 10 giorni…. Il nostro visto Russo dura 10 giorni!!! Detto fra noi l’impressione è che non avessero una gran voglia di sbattersi…GS usati ne avevano tanti…se avessero avuto la volontà… Nel frattempo eravamo in contatto con Gianluca, il meccanico BMW di Pistoia che stava cercando di indirizzarci come meglio poteva mostrandogli tramite whatsupp le foto a video dei probabili pezzi rotti…

      Rassegnati cominciamo a capire che l’unica soluzione per svolgere un lavoro importante come quello era riportarsela in Italia.  Abbiamo proseguito sul mezzo di supporto, visitando Mosca, poi San Pietroburgo e per finire la splendida regione dei laghi, ovvero la Carelia. Mosca è una città dal fascino tutto particolare, trovarsi al centro della Piazza Rossa con la cattedrale di San Basilio alle spalle, è una sensazione unica, basti pensare ai fatti storici che vi si sono avvicendati. Ricordo con un certo sorriso quando abbiamo scoperto la vicenda di Mathias Rust, un aviatore tedesco noto per essere atterrato con un piccolo aereo da turismo proprio al centro della piazza nel 1987, in piena guerra fredda.



Le stazioni della metropolitana sono vere e proprie opere d’arte…Ci abbiamo girato un intero pomeriggio per ammirarle.






       Nella capitale il costo della vita è molto elevato, non è difficile prendere “stangate” di varo tipo. Il benestare si vede ovunque, a partire dal parco macchine circolante; di tutto rispetto!!
A San Pietroburgo, la classica visita all’ Hermitage non può certo mancare e non è da meno Peterhof, la Reggia dello Zar edificata per volere di Pietro il Grande.



     Concludiamo il nostro tour in furgone nella splendida regione della Carelia, completamente immersi nella natura per poi rientrare attraverso la Finlandia e le repubbliche Baltiche.



      Una volta rientrati in Italia e lasciata la moto in assistenza, scopriamo con molto dispiacere che non c’è niente di rotto…evidentemente si era avverata una di quelle condizioni che avevano consentito un “semplice inceppamento”…
       E sono partiti tutti i ripensamenti possibili ed immaginabili: “…se avessimo fatto aprire il cambio a Vilnius”…”se fossimo intervenuti a Mosca…”…Il senno del poi!!!!  Una cosa è certa e mi è servita questa esperienza per impararla: “Dovessero mai riaccadere situazioni del genere, sarei immediatamente pronto a tentare una riparazione per poter proseguire”.

      Non possiamo certo dire di aver vissuto una bella esperienza motociclistica, ma certamente ci siamo tolti la soddisfazione di visitare un paese che tanto ci affascinava.
Alla prossima, lamps!!



 




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